Cambiare comunicazione è difficile. Cambiare messaggio, stile, approccio e a volte l’intera proposta di valore legata alla nostra impresa è difficile.
In alcuni casi però è necessario.
Come possiamo allora comunicare che nella nostra attività è avvenuto un cambiamento?
Questo è il più grande interrogativo che un’impresa si pone quando decide di cambiare messaggio.
Ed è un interrogativo bastardo.
I consigli di questa puntata sono rivolti a imprenditori, professionisti e freelance.
Considerali come i tuoi strumenti di lavoro: i primi 4 toccano da vicino ogni tipo di impresa. Il quinto invece è un passo che solo le realtà più coraggiose compiono (tra poco capirai perché).
Seguirli alla lettera permette di comunicare in tempi rapidi e senza fare danni cambiamenti di ogni genere.
La nostra comunicazione avviene attraverso innumerevoli punti di contatto con i clienti ed esistono 4 tipologie di contatto. Alcune possono essere controllate direttamente, altre indirettamente, alcune nel mondo fisico e altre nel mondo online.
Per semplicità in puntata ho fatto un elenco di queste casistiche, ma non limitarti alla mia lista, ragiona sulla tua realtà e analizza il percorso compiuto dal cliente.
Il nostro lavoro quindi è quello di individuarli e cambiarli in base al nuovo messaggio che vogliamo far passare.
L’obiettivo è semplice: far capire alle persone che è avvenuto un cambiamento.
Per farlo è necessario essere chiari e diretti, portando avanti un solo messaggio che in tempi rapidi andrà a sostituire il vecchio.
In questa puntata…
1.20” Il cambio di comunicazione.
Cosa succede quando la tua impresa deve cambiare comunicazione?
Legato a questo aspetto ci sono una serie di dubbi e paure: come poter comunicare al meglio il cambiamento? I clienti capiranno? Cosa fare se…?
I contenuti sono la risposta. Sono il veicolo per far capire che qualcosa è cambiato e fornire tutte le rassicurazioni del caso.
2.28” Il punto non è come cambiare la tua comunicazione, ma come comunicare un cambiamento.
Infatti, negli strumenti, nelle modalità e nelle tempistiche che sceglieremo per comunicare si trova il mix per raggiungere i clienti con un nuovo messaggio senza fare danni.
5.36” La verità sulla comunicazione: il 97% delle imprese non sta comunicando niente, anche se vivono nell’illusione che stampare delle matite personalizzate o un calendario da inviare ai clienti significhi comunicare. Questa puntata quindi non è per loro.
7.04” L’attenzione ricade su quel 3% di imprese, che qualcosa – chi meglio, chi peggio – hanno detto. Hanno comunicato, e poi hanno cambiato direzione.
Attenzione però, cambiare comunicazione non significa modificare il naming, ma lavorare a un livello profondo sul proprio messaggio.
È anche vero che il primo cambiamento deve avvenire nella nostra testa e in quella dei nostri collaboratori: dobbiamo esserne convinti. Solo dopo sarà possibile diffondere anche verso i clienti ciò che pensiamo.
9.00” Situazioni senza speranza sono tutti quei casi in cui non è possibile agire in nessun modo per comunicare il cambiamento. Si tratta di quei cambi di comunicazione che entrano in contraddizione con quello che siamo stati prima e con quello che abbiamo comunicato. Non semplici modifiche del nostro messaggio, ma delle vere e proprie inversioni a U.
12.00” Qualsiasi cambio di rotta, che sia una declinazione o un alternativa, deve essere comunicato.
Iniziamo a notare che il nostro nome, il nostro brand, la nostra attività è circondata da una serie di touch point.
Ogni touch point è associato al nostro nome e comunica qualcosa, sia in modo diretto – la targhetta che si trova sotto il mio nome riporta il titolo dottore o ingegnere – sia in modo indiretto – la targa della tua macchina che indica la provenienza geografica.
Tutto ciò che circonda il nostro nome, che sia online o offline, che sia diretto o indiretto, contribuisce a sottolineare il nostro messaggio.
Ecco perché per far capire che il messaggio è cambiato, è necessario apportare una serie di modifiche.
15.16” Mondo fisico:
– biglietti da visita
– buste
– cataloghi
– etichette sul campanello dell’ufficio
– vetrofanie
– merchandising
sono solo alcuni dei punti di contatto che contengono un messaggio che ci rappresenta agli occhi del cliente. Non sono dettagli.
Questi elementi vanno sostituiti, in modo da essere in linea con il nuovo messaggio.
18.48” Mondo online proprietario:
– sito
– blog
– email
– firma email
questi ed altri sono elementi su cui abbiamo il controllo al 100% e che vanno modificati in tempi brevissimi una volta deciso il cambio di direzione.
21.02” Presidi online a controllo diretto.
Si tratta dei profili social di cui è possibile modificare:
– immagini
– descrizioni
– link
e in genere tutti gli account personali e dell’azienda
22.35” Presidi online a controllo indiretto.
In questo caso per poter apportare modifiche al nostro messaggio dobbiamo chiedere il permesso a qualcun altro.
Si tratta di:
– banche dati
– archivi
– interviste
– contributi su siti di partner
– ogni pagina web che parla di noi
24.02” Questo cambiamento non è da associare al concetto di “nuova gestione” – un cambio di proprietà in cui il messaggio non varia – in questo caso ciò che cambia è il messaggio mentre il proprietario resta invariato.
25.00” È utile introdurre un quinto strumento. È prezioso e può servire da acceleratore nel far comprendere meglio il cambiamento e forse anche per questo è riservato alle sole imprese dotate di coraggio.
Si tratta di produrre qualcosa di significativo come un libro, un podcast o un sito dedicato al concetto a cui vogliamo legarci.
Deve essere percepito come una presa di posizione chiara e indelebile: l’equivalente di un tatuaggio.
Sentiamo spesso la frase: “per poter andare avanti bisogna lasciarsi il passato alle spalle”, ed è proprio questo che bisogna fare, abbandonare la vecchia comunicazione per poter comunicare il nuovo messaggio.
Supervisione grafica di Cristiano Guerra per TheBrandDesigner.com
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