Chi deve metterci la faccia in azienda? [video]

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metterci la faccia contenutiBlog, video, podcast, social media: chi deve metterci la faccia in azienda? Ma soprattutto, qualcuno deve metterci la faccia quando si pubblicano contenuti?

Un po’ di opzioni che vedo molto diffuse:

  • ci pensa l’agenzia (noi non ce ne occupiamo)
  • ci pensa un professionista esterno (noi non ce ne occupiamo)
  • compriamo contenuti da un servizio online (noi non ce ne occupiamo)

In pratica non se ne occupano, ma indipendentemente da chi produce fisicamente il contenuto, qualcuno dovrebbe firmarlo. Sempre.

Formazione Content Marketing

Perché se firmi funziona meglio

Il perché è molto semplice:

  • un volto (nome, cognome, ruolo, immagine) da autenticità al contenuto
  • un volto accorcia le distanze (sono predisposto a relazionarmi con una persona, non con una ragione sociale)
  • un volto rende umana la tua comunicazione (l’esatto opposto del comunicato stampa)

Al contrario l’anonimato allontana, crea dubbi, incertezze o molto semplicemente riduce il potenziale di un contenuto rendendolo anonimo. Esattamente l’opposto di quello che si cerca di fare pubblicando contenuti. E allora perché in molti casi si fa fatica a dare un volto ai contenuti?

Anche tu hai paura?

Esistono alcune paure legate all’idea di esporre dipendenti e collaboratori. La prima riguarda la possibilità che i concorrenti possano avvicinare e corteggiare con più facilità le nostre risorse migliori. Questa in realtà è una condizione auspicabile (= deve succedere).

Infatti, solo quando si espone pubblicamente qualcosa di davvero prezioso gli altri saranno intenzionati a “rubarcelo”. Oltre alla concorrenza però si accende anche un altro meccanismo, quello dei clienti che vengono attratti da contenuti personali, firmati e capaci di dare un volto preciso a chi li scrive.

Insomma, esporre dipendenti e collaboratori genera più vantaggi che controindicazioni. Pensaci la prossima volta che pubblicherai un articolo firmandolo “la redazione”.

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Adoro le aziende che vogliono comunicare in prima persona. Con loro sono disposto a compiere un miglio extra per aiutarle a creare quei contenuti che i clienti vedono come soluzioni preziose.
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Commenti

  1. Innanzi tutto …niente male le bretelle
    😉

    Tornando al post concordo con il rovesciare la domanda che invece di “Se faccio crescere le mie risorse poi vanno dalla concorrenza ” dovrebbe essere “Cosa succede se continuo a pubblicare contenuti in modo anonimo?” ovvero se non faccio crescere le mie risorse in azienda

    Non far sviluppare e migliorare le risorse interne per paura che le rubino !?!
    Forse anche a metà anni 60 era un approccio già vecchio

    Cordiali saluti